Mimi Lepori Bonetti

A Mimi Lepori-Bonetti si è voluta dedicare la scuola elementare costruita nel novembre del 2017 a Rapsa, villaggio dell’alta valle del Arun, nell’est dell’Himalya nepalese, raggiungibile solo a piedi in mezza giornata di cammino dall’ultima pista percorribile con fuoristrada. Da lassù si può però ammirare la bianca vetta del Makalu con i suoi 8463 metri (vedi foto).

Mimi ci aveva lasciato l’anno precedente, nel 2016, dopo aver combattuto contro la malattia con grande determinazione e averne poi accolto con altrettanta serenità l’esito. Gli amici di Alagna, guide che da anni organizzavano con lei escursioni alpinistiche, hanno voluto in questo modo ricordarla e renderle omaggio

 

Nata nel 1949, figlia di impresario edile, eredita dal padre lo spirito imprenditoriale investendolo nell’ambito sociale. Dopo gli studi di Travail social (scienze sociali) a Friburgo (Svizzera) rientra in Ticino dove dapprima collabora alle attività di Caritas-Ticino. Si mette poi in proprio istituendo la Consono, un’organizzazione di consulenza, formazione e aiuto ai progetti, grazie ad un primo mandato federale della DEZA per il sostegno delle associazioni ticinesi di cooperazione allo sviluppo. L’impegno in questo campo la porterà alla fondazione della FOSIT (Federazione delle Ong della Svizzera Italiana), da lei presieduta nei primi anni di attività (1999-2007).

Attenta alle necessità delle persone che incontrava e sensibile alle richieste che le giungevano da amici e conoscenti, Mimi ha espresso la sua creatività in svariate opere di solidarietà. Ricordiamo almeno la costituzione della Fondazione San Gottardo, che oggi accoglie oltre 130 persone con handicap. In qualità di presidente e direttrice della stessa, Mimi ha promosso la realizzazione di diversi luoghi di accoglienza, come il Laboratorio Orto il Gelso a Melano, Cà Mia a Barbengo, due centri diurni e una ventina di appartamenti protetti, e l’assunzione della gestione di Casa Don Orione a Lopagno.

L’inesauribile vivacità di Mimi le permetteva di portare avanti queste molteplici imprese accanto agli impegni famigliari di moglie e madre e a quelli politici di militante che l’hanno condotta a ricoprire cariche pubbliche a livello cantonale e federale.

A Mimi si deve anche l’esistenza dell’ong ACTA. Sorta per rispondere alla richiesta di amici impegnati nella cooperazione in Honduras e confrontati con i disagi provocati dall’uragano Mitch, ACTA ha in seguito allargato i suoi orizzonti rispondendo alle domande man mano ricevute: dalla creazione di laboratori di formazione professionale in Congo all’edificazione di un centro di rinserimento per malati psichici in Costa d’Avorio, dalla ristrutturazione di asili per l’infanzia nelle zone devastate dallo tsunami in Sri Lanka al sostegno delle ricostruzioni dopo il terremoto in Nepal. Queste ultime imprese nascono dalla sua passione per la montagna e dall’amicizia con le guide di Alagna che la accompagnavano sui 4000 alpini e con quelle nepalesi che la conducevano sui 6000 himalayani.

Ma la scalata più impegnativa per lei è stata l’affronto della sua malattia e delle terapie per curarla. Ha voluto festeggiare con amici e personale medico la fine del suo trattamento chemioterapeutico come fosse la conquista della vetta di un 8000 e per l’occasione invitò l’amico Michele, guida di Alagna, a raccontare della sua ascensione al K2. Dopo un periodo di remissione la malattia è però tornata a manifestarsi conducendola alla morte, sopravvenuta il 25 giugno 2016. Oltre alle differenti opere che i suoi amici si adoperano per portarle avanti come riescono, Mimi ci ha lasciato soprattutto la sua amicizia, che ancora ci circonda, e la sua testimonianza di amore per la vita e per il prossimo.